GROTTE DI BERGEGGI (SV)

 

 

La costa davanti l’isola di Bergeggi è segnata da una grande apertura che è l’imbocco di una grotta meta di speleologi e curiosi ma tutta la zona è costellata di anfratti aerei e sommersi; fra questi, sino all’istituzione dell’AMP che ora lo vieta, alcuni erano visitabili (dai soli subacquei esperti ed in possesso delle conoscenze e dei requisiti necessari) partendo dalla spiaggia dei bagni “Playa de luna” e costeggiando la parete tenendola sulla destra; l’esplorazione del basso fondale garantisce l’incontro con mimetici scorfani, polpi, crostacei e la perlustrazione della parete offre la possibilità di trovare nudibranchi e tunicati e spugne multicolori; celato fra i massi ecco l’ingresso di una piccola grotta percorribile per una decina di metri abbastanza ampia e luminosa che porta ad uscire poco più avanti con un grosso polpo di sentinella sotto un masso.

Poco oltre, un’altra fenditura meno ampia è l’apertura della seconda grottina, questa cieca e scura, popolata da covine e gamberetti eletta a dimora estiva anche di un pesce sigaro; il sedimento è leggero ed instabile ed inevitabilmente sarà sollevato dal fondo dal proprio movimento visto che si dovrà letteralmente strisciare per accedere all’ambiente successivo, buon punto di osservazione dal quale filtra la luce esterna attraverso uno strettissimo cunicolo ove si riparano gli animali disturbati dalla nostra presenza e le corvine guizzano allegre; per guadagnare l’uscita bisogna tornare sui propri passi ma la visibilità ormai totalmente compromessa consiglia di non perdere il contatto con la sagola di riferimento posta da chissà chi sulla nostra destra e che ripercorre a ritroso la via.La terza grotta è chiamata anche “grotta dei gamberi” a causa dei numerosi crostacei che la popolano; l’ingresso è di difficile individuazione: la spaccatura è orizzontale non ampia ed in prossimità del fondo e non lascia certo presagire la dimensione degli spazi interni.

Qui la sabbia è più pesante quindi la visibilità è generalmente migliore, ma va da se che il contatto col fondo è comunque da evitare; dall’esterno affascinanti giochi di luce rischiarano l’ambiente sommerso ed è piacevole affacciarsi con cautela dai buchi e dalle fenditure che danno verso l’esterno, sempre popolate di gamberi meccanici, granchi, corvine, magnoselle e scorfani.

I grossi massi che ostacolano la perlustrazione, creano un forzato percorso verticale che si insinua all’interno della costa fino a divenire aereo (personalmente non ho mai tolto l’erogatore di bocca per saggiare quell’aria, ma probabilmente è respirabile); l’ambiente è suggestivo ed il rumore ovattato dello sciabordio dell’acqua che riempie gli anfratti ne è degna colonna sonora e merita soffermarsi per goderne l’armonia

Presto bisognerà rituffarsi per trovare l’uscita sommersa, guidati anche dalla luce che filtra fra le rocce ed una volta guadagnata l’uscita voltarsi a sinistra per il ritorno; l’esigua profondità non distragga dalla necessità di considerare il rientro con un’adeguata scorta d’aria e di forze perché il tragitto potrebbe allungarsi notevolmente se comparisse quella leggera ma costante corrente contraria che talvolta funesta il rientro.

La parete sulla sinistra, si fa ritorno fino alla spiaggia stanchi e contenti dopo più di un’ora in immersione.

 

 

 

tipo               parete – grotte

profondità      min 0mt

                    max -18mt

fondo            prateria, sabbia e rocce

difficoltà        media

corrente         occasionalmente scarsa

ingresso         da riva

reti                nessuna

gps                44°14'33.01"N - 8°26'43.25"E

 

 

 

 

G.P.S.

 


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